Skip to content

Red Nude in Movement

Caitlin Sabo è una fotografa professionale e appassionata. Ha lavorato nella sua arte per più di vent’anni in Messico prima di far vedere le sue opere all’estero. “Memories” è stata la sua prima mostra personale in Europa, esposta nelle Crisolart Galleries a Barcellona in ottobre 2014.    

“Queste immagini sono i miei autoscatti intimi. Sono la poesia visiva che nasce dalla profondità della mia anima. Esplorano le dualità nella mia vita: la luce e le ombre, i momenti quando l’amore e il dolore sono la stessa cosa; gli occhi chiusi che vedono tutto, la bocca aperta che non parla mai. Esaminano anche la sensazione di sentirmi vulnerabile e non sapere come difendermi. Si vedono le maschere che metto addosso per proteggermi, l’agonia di strapparmele una dopo l’altra. Le fotografie mostrano quello che posso vedere e anche quello che non riesco a scorgere, e ciò appare chiaro nelle mie immagini”. Questo è il pensiero di Caitlin sulla serie “Memories”.   

D’altra parte, le sue mostre collettive recenti includono: “Summer Art Show”, Barcellona, Crisolart Galleries, agosto 2013; “Stroke Art Fair”, Berlino, ottobre 2013, rappresentata da Crisolart e “Miami River Art Fair”, dicembre 2013, rappresentata da Paul Cabezas Gallery. Ha anche partecipato al “Chelsa Art Show” alla Montserrat Gallery, New York City, febbraio 2014, l’Art Curator Paul Cabezas; “Homenaje a Cervantes & Shakespeare”, maggio 2014, Crisolart Galleries Barcellona; una mostra collettiva alla Spanish Benevolent Society Gallery, New York City, settembre 2014, l’Art Curator Paul Cabezas; “International Biennial Art Miami”, agosto 2015 l’Art Curator Paul Cabezas e “September Art Rome”, Flyer Art Gallery, Roma, Italia, settembre 2015, l’Art Curator Floriano Massera; Miami River Art Fair, dicembre 2015, l’Art Curator Paul Cabezas e Joyful Colors, Flyer Art Gallery, Roma, Italia, dicembre 2015, l’Art Curator Floriano Massera.

Prima di diventare fotografa, Caitlin faceva la giornalista. Ha lavorato in Texas e in America Latina, dopo essersi laureata in Giornalismo all’University of Texas, Austin.  

Caitlin ha studiato fotografia all’Escuela Activa de Fotografía a Città del Messico; si è laureata con la scelta di fare una mostra personale, “Whirlpool of Dreams”, come progetto di tesi. Si tratta di fotografie a colori, ritratti al nudo con esposizioni lunghe, con pellicola.

Un’immagine di questa serie, la che si vede in questa pagina, ha partecipato ad una mostra collettiva a Houston, Texas in 1994.

Caitlin ha fatto due altre esposizioni personali a Città del Messico. La prima è stata una bellissima serie di ventiquattro fotografie che mostrano una coppia al momento della nascita del loro figlio durante l’ultima fase del travaglio, le interazioni fra la coppia e la trasformazione del dolore in gioia quando la madre ha preso in braccio il bambino per la prima volta. Questa mostra è stata presentata al Museo Trotsky; la serie è piaciuta moltissimo al direttore, che l’ha portata in molti quartieri, dove Caitlin ha parlato delle sue fotografie e tantissima gente le ha raccontato le sue esperienze meravigliose sulla nascita di un bambino, forse rivelando storie di cui non avevano mai parlato.

La su terza mostra, sempre al Museo Trotsky, intitolata, “Urban Decay Textures”, è stata una serie di fotografie astratte a colori fatte a Città del Messico e San Francisco, California. Caitlin ha lavorato con una macchina fotografica di grande formato con pellicola per creare primissimi piani delle crepe sui muri, i marciapiedi e il suo mondo. Questa serie esplora la prospettiva, e come la maniera di vedere le cose in forma diversa influisce su quello che vediamo e sentiamo.  

Durante quel periodo, Caitlin ha anche partecipato a molte mostre collettive nel Museo Universitario del Chopo a Città del Messico.

A quel tempo Caitlin ha cominciato a lavorare quasi esclusivamente in bianco e nero. D’altra parte, ha scoperto la macchina fotografica Holga (una “toy camera” che usa pellicola formato 120), che ha utilizzato per fare la sua prima serie di autoritratti di nudo artistico, “Survival Portraits: A Journey Within.” Ha scattato le fotografie a Città del Messico ed a Youngstown, Ohio, dove sua madre stava morendo di cancro ai polmoni. Tutte le immagini sono esposizioni multiple; per lei, sono estremamente dolorose. Questa è stata la maniera che ha trovato per affrontare la perdita, il lutto. Caitlin non ha esibito ancora questa serie. Le stampe originali sono state fatte nella camera oscura con viraggio all’oro che lascia un tono azzurro sottile.

Caitlin ha sviluppato un altro progetto importante, “And when I awoke I was drowning”. Questi sono le immagini che ha scattato per superare la morte di suo figlio Joshua. Aveva bisogno di autoscatti per affrontare la sua perdita, il suo dolore, però non sopportava l’idea di lavorare con il suo corpo in quel momento. Così ha cercato attori e ballerini e ha chiesto loro di rappresentare il suo dolore come loro ritenessero più opportuno, e l’hanno fatto molto bene. D’altra parte, le hanno dato un dono meraviglioso: Caitlin ha trovato una bellezza e gioia inaspettate grazie al loro lavoro. Queste immagini erano ancora fatte con pellicola in bianco e nero, però questo è successo all’inizio della fotografia digitale. Caitlin ha lavorato con la sua Hasselblad e ha anche cominciato a combinare le immagini in Photoshop. Questo progetto non è ancora stato esposto.

Ormai tutte le sue fotografie sono digitali, la maggioranza è scattata in bianco e nero, con un’influenza importante degli anni nella camera oscura, il viraggio e mordençage; senza questo lavoro, Caitlin non sarebbe la fotografa che è oggi.

La fotografia è la sua vocazione, la sua passione, la sua professione. Attualmente, Caitlin lavora ancora con gli autoscatti intimi, fa anche ritratti e nudi artistici. Dopo anni di lavoro come “studio photographer”, è stata veramente sorpresa di scoprire una passione per la “street photography”; queste fotografie includono Città del Messico, New Orleans, Barcellona e l’Italia. Le affascinano i manichini che, per lei, sono “Almost Human”.